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Indagine Sulla Morte di Gesù
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Indagine Sulla Morte di Gesù
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In seguito alla scomparsa del cadavere di un galileo che ha fatto crocifiggere, Ponzio Pilato spedisce una missiva a Tiberio per metterlo al corrente del misterioso episodio.
Ricevuta la notizia l'imperatore invia in Giudea un uomo di fiducia ad indagare sull'accaduto.
L'ispettore inviato da Roma dovrà chiarire diversi dubbi: chi era Gesù il Nazoreo? Perché è stato condannato a morte? C'è stato un regolare processo? Che ruolo hanno avuto i capi dei sacerdoti Anna e Caifa? E Pilato? Che fine ha fatto il corpo del galileo? Cos'hanno veramente visto i suoi discepoli nel sepolcro?
Un testo che partendo da fonti storiche e recenti scoperte cerca di riscostruire i fatti intercorsi a Gerusalemme tra il giovedì e la domenica del mese di nisan dell'anno 30 (o 33) d.C., ma soprattutto un testo che partendo dalla Storia parla della Misericordia di Dio.
NOTE DELLA REGISTA
Un testo appena scritto. Un buon gruppo.
La possibilità di provare in presenza dell’autore, con la sua preziosa collaborazione.
Questo ha reso Indagine su Gesù un progetto molto interessante in cui tuffarsi.
Oltre al tema, trattato in modo coinvolgente e appassionante da un punto di vista originale,
Massimiliano Paganini ha collocato la vicenda su un piano strettamente storico, sottolineando la difficoltà di ricostruire oggettivamente la vicenda, come in una storia a tinte gialle e misteriose.
In questo modo, ha fatto prepotentemente emergere il piano umano della storia. Tutti i personaggi che ruotano intorno alla ricostruzione dei fatti sono estremamente umani: Pilato, Anna, Giovanni, Giuseppe, Pietro, Claudia, Flavio Massimo. E questo ci permette di identificarci e riconoscerci in loro.
Ha fatto emergere quel piano umano che è contenuto in modo supremo nel Vangelo, che parla dell’Uomo.
E’ così riuscito a collocare la vicenda su un piano certamente storico, ma anche a dargli un respiro universale. I personaggi sono quelli storicamente noti, ma, fuori dalle coordinate spazio-temporali che conosciamo, potrebbero appartenere a qualunque periodo storico e vivere in qualunque parte del mondo.
La messa in scena ha voluto lavorare proprio su questo aspetto, con oggetti e costumi che alludano al periodo, ma senza il dettaglio della precisa ricostruzione storica e con una recitazione asciutta, immediata, senza decori, come asciutto, essenziale, agile e molto moderno è il testo di Paganini.
Ma nel corso degli interrogatori - che nei gialli classici servono a svelare la verità e ad assicurare alla giustizia un colpevole – si acquisisce la certezza che è stato ucciso un uomo innocente e l’indagine si trasforma lentamente nella ricerca di una Verità più profonda.
Il divino irrompe nell’umano, in modo misterioso ma chiarissimo, come nel Vangelo, che ci parla di Dio.
Un Dio nascosto, che attende pazientemente che l’uomo si accorga del suo bisogno insopprimibile di un’esistenza più profonda. Un Dio silenzioso che accompagna con dolcezza.
Intanto sempre indietreggi davanti a Qualcuno
che viene di là chiudendo piano dietro a sé la porta della piccola stanza
e venendo smorza il passo
e col silenzio colpisce quello che è più profondo.
Karol Wojtyla – Canto del Dio nascosto
Michela Cromi
A cura di Luca Farioli