GLISPETTACOLI

E Pensare Che C'Era Gaber

 

Il Teatro Canzone di Giorgio Gaber - Regia: M. Paganini e S. Farioli

Andammo per la prima volta a teatro a vedere Giorgio Gaber nel 1991 e rimanemmo folgorati sia dall'artista Gaber, sia da quella formula di spettacolo, ideata e perfezionata con Sandro Luporini, del teatro-canzone. Monologhi e canzoni si susseguono non tanto seguendo un filo conduttore, una trama, bensì ruotando intorno ad una idea centrale in una tensione emotiva che coinvolge lo spettatore dall'inizio al termine dello spettacolo. Nel 1994 portammo in scena il nostro primo spettacolo su Gaber titolandolo "Storie del signor G" replicandolo due anni. Nel 2000 ci accorgemmo di come in quattro anni Gaber avesse prodotto nuovamente una serie di testi di grande rilevanza poetica, filosofica, umoristica, satirica cosicché decidemmo di tornare in scena con un nuovo spettacolo dal titolo "Bentornato signor G". Sempre nel 2000 al termine dell'ultimo suo spettacolo teatrale "Gaber 1999-2000" al Teatro Galleria di Legnano prendemmo coraggio e ci recammo nei camerini per conoscerlo. Ci accolse con cordialità insieme

al suo agente teatrale e mentre una ragazza gli fonava i capelli (si era appena fatto uno shampoo!) scherzava con noi domandandoci come facevamo ad intonare quella tal canzone o a cantare quella nota anche per lui così bassa. "Abbiamo alzato la musica di un tono" rispondemmo. E lui divertito: "Ah, mi sembrava!". Si intrattenne con noi per diversi minuti fino a quando non lo chiamarono per andare al ristorante, non ci fu nessun imbarazzo nemmeno nel congedo.

 

Abbandonammo il teatro con i nostri autografi un po' emozionati, un po' dimessi perché ci era sembrato che i suoi occhi fossero tristi e stanchi. Le ultime date della tourneè furono annullate, lui minimizzò dicendo che era solo un problema ad una articolazione che non gli permetteva di stare in scena. Ma il signor G tornò, prima con un nuovo album "La mia generazione ha perso" e poi in tv da Celentano stupendosi dell'affetto del suo pubblico: record d'ascolti (anche se lui odiava l'audience) e terzo in classifica.

 

Intanto noi al termine del 2001 stavamo decidendo di archiviare lo spettacolo "Bentornato signor G" dopo diverse repliche, ma alla luce degli eventi dell'11 settembre rileggemmo alcuni testi di Gaber trovandoli semplicemente profetici. Così rinnovammo nuovamente lo spettacolo titolandolo "E pensare che c'era il pensiero" e proseguimmo nelle repliche. Oggi con la triste scomparsa dell'artista e con un po' di imbarazzo (dovuto da una parte all'impossibile confronto dall'altra al pericolo sempre dietro l'angolo di essere fraintesi nelle intenzioni) abbiamo deciso di proporre una serie di serate d'onore dal titolo "E pensare che c'era Gaber" con l'intento di ripercorrere le fasi più significative del teatro-canzone, un po' trascurato dai media (anche se a fine spettacolo non mancheranno gli ever-green) convinti che come recitava Gaber al termine del monologo "Il suicidio": "C'è una fine per tutto e non è detto che sia sempre la morte".

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